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Pillole di conservazione

#26 – San Michele

San Michele, arcangelo guerriero, è considerato protettore delle forze dell’ordine, ossia di chi vigila sull’incolumità altrui, e di quanti impieghino nel proprio mestiere la bilancia, come ad esempio i farmacisti, oggi tra le categorie impegnate a fronteggiare l’emergenza epidemiologica. Il nome di Michele ricorre più volte nella Sacra Scrittura, dove è designato come protettore particolare del popolo di Dio. Capo supremo delle milizie celesti, egli combatté e scacciò dal cielo Satana e i suoi angeli ribelli. Lo narra l’Apocalisse, ispirandone l’iconografia che sovente lo rappresenta nelle vesti di combattente.In Friuli il suo culto conobbe una notevole diffusione, specie in seguito all’invasione longobarda. Il popolo, di origine germanica, nutrì nei suoi riguardi una speciale venerazione, proclamandolo protettore del Regno subito dopo la sconfitta dei saraceni, l’8 maggio 663, nei pressi della grotta di San Michele sul Gargano. Rappresentato come un angelo alato con indosso l’armatura, il Santo è colto generalmente nell’atto di trafiggere con una lancia il corpo del demonio. Il cliché iconografico perdurò invariato nei secoli. Così lo ritrae anche Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone (1483-1539) nel Trittico della chiesa di San Lorenzo a Varmo, frutto del mecenatismo dei conti di Varmo di Sopra e di Sotto. Qui ricorre inoltre il motivo della pesa delle anime dopo la morte, frequente nell’iconografia micaelica. Le sue origini richiamano sia la cultura egiziana che l’antica religione greca nella quale la psicostasia spetta a Hermes, conduttore delle anime dei morti agli inferi.

Ultima modifica: 7 Ottobre 2020