La sabbia è frutto dell’erosione della pietra, ed è dopo l’acqua la risorsa più sfruttata al mondo. Già le civiltà antiche ne impiegavano grandi quantità per la costruzione di edifici traendola da cave e fiumi. Era noto fin da tempi remoti che la sabbia di mare, ricca di sali, è inadatta a fini edili a meno che venga lavata ma questo processo ne aumenta considerevolmente i costi azzerando la convenienza. L’utilizzo di sabbia marina in edilizia è una frode che può produrre nel tempo crolli del costruito. Il prelievo costante di sabbie costituisce un danno ambientale al quale si cerca di porre rimedio con nuove tecnologie che ne permettono il recupero dai detriti dovuti alle demolizioni. Nel restauro di dipinti murali, opere lapidee e mosaici si usano sabbie di fiume impastate con grassello di calce per malte di allettamento e per risarcire le lacune. Le sabbie di fiume hanno sfumature diverse determinate dai colori delle rocce da cui provengono e producono malte di diverse tonalità. Sabbie di granulometrie fini vengono utilizzate anche per puliture meccaniche di superfici non troppo delicate che possano tollerare l’abrasione.
Ultima modifica: 7 Ottobre 2020