Comune: Udine
Collocazione: chiesa di Santa Maria di Castello
Proprietà: ecclesiastica – Parrocchia di Santa Maria Annunziata nella chiesa Metropolitana
Oggetto: scultura lignea intagliata, policroma e dorata
Soggetto: Dormitio Virginis
Cronologia: entro il primo quarto del XV sec.
Autore o ambito culturale: scultore di cultura veneziana
Materia e tecnica: legno intagliato, dipinto e dorato
Misure: 145 x 35 cm; spessore variabile
Finanziamento: Parrocchia di Santa Maria Annunziata nella chiesa Metropolitana
Il laboratorio di restauro di Udine della Soprintendenza ospita, dal mese di settembre 2019, l’intervento conservativo sulla scultura lignea intagliata, policroma e dorata raffigurante la Dormitio Virginis della chiesa udinese di Santa Maria di Castello, eseguito dalla ditta L.A.A.R. di Udine. Si tratta di un manufatto importante per rarità iconografica in ambito regionale, eleganza formale, preziosità esecutiva, caratteristiche che erano celate dalla spessa ridipintura bruna che ricopriva l’opera.
L’intervento si configura come un concreto esempio di sinergia tra pubblico e privato poiché vede coinvolti vari interpreti: oltre alla Soprintendenza, la Curia Arcivescovile di Udine, la Parrocchia di Santa Maria Annunziata nella chiesa Metropolitana udinese, la citata ditta esecutrice e l’istituto di diagnostica radiologica IDR Imago di Udine, che si è occupato delle indagini non invasive. Le operazioni di pulitura, quasi ultimate, hanno restituito l’immagine di un’opera completamente diversa da come eravamo abituati a vedere e destinata a scrivere una nuova pagina della storia della scultura presente in Friuli Venezia Giulia.
Diagnostica non invasiva
Nel laboratorio IDR Imago di Udine sono state acquisite le immagini RX dell’opera: la metodica prevede l’uso dei raggi X che, attraversando da un lato all’opposto il manufatto, restituiscono un’immagine in scala di grigi dove sono evidenti porzioni più radiotrasparenti, costituite da componenti più “leggeri”, e parti radiopache costituite da materiali più “pesanti”. L’immagine ottenuta è una raffigurazione bidimensionale che evidenzia le differenze nella composizione dei materiali.
Sono state inoltre acquisite immagini volumetriche dell’opera mediante l’utilizzo di Tc multistrato. Questa metodica, come la precedente, utilizza raggi X. I dati vengono successivamente rielaborati per ottenere immagini tridimensionali, consentendo di posizionare ogni elemento in un punto preciso dello spazio e analizzare la composizione e la struttura interna della scultura con elevatissima risoluzione dello spazio.
Questi approfondimenti hanno rivelato che la scultura è stata intagliata in un unico massello che comprende la Vergine e i due cuscini sotto il suo capo; solo piccole parti di intaglio risultano fissate con chiodi metallici, forse a seguito di rotture, come le nappe dei guanciali. Una fenditura da ritiro radiale del legno percorre il manufatto in posizione quasi centrale per tutta la sua lunghezza; sono altresì visibili i canali di rosura dei tarli, molti di quali sono riempiti di stucco.
C. Barbiani – E. Francescutti
Notizie storico-critiche
La Vergine è raffigurata avvolta dal manto che le copre il capo e le braccia, scendendo con morbide pieghe oltre le estremità dei piedi avvolgendoli, e si apre sulla veste cinta con una cintura, provvista di fibbia, mediamente al punto vita, da cui si formano lievi increspature verso il petto. Sullo scollo leggermente tondeggiante ricade il velo drappeggiato – segno di leggerezza del tessuto – con profili ornati, raccolto a soggolo. Il capo della Madonna poggia morbidamente su un cuscino di tessuto decorato e aurofregiato, a doppia imbottitura.
L’intaglio elegante, dai tratti precisi e marcati, rivela la mano di un maestro colto e consapevole della cultura veneziana a cavallo tra XIV e XV secolo, con particolare riferimento alla scultura lapidea lagunare del periodo, alla quale rimandano le lunghe pieghe del mantello, dall’andamento regolare, e le cadenze della stoffa sui piedi, avvolgente e allo stesso tempo ben definita dalla linea di contorno che ne rileva l’orlo. Anche l’anatomia del corpo, percepibile, dormiente, sotto gli abiti, è precisa e proporzionata e riceve forza e volume dal sottostante cataletto, caratterizzato dal drappo che si increspa con cadenze regolari e simili a un fregio architettonico.
Le caratteristiche esecutive, unite ai dettagli dell’abbigliamento, permettono per il momento di suggerire una datazione entro i primi decenni del XV secolo, e di attribuire la Dormitio Virginis a uno scultore di ambito veneziano.
M. B. Bertone – E. Francescutti
Documentazione grafica
I rilievi grafici del manufatto sono una fase importante del procedimento di conoscenza; permettono di comprendere lo sviluppo dell’intaglio e le principali lavorazioni del massello. Costituiscono inoltre la base per documentare le particolarità esecutive, lo stato del degrado, i restauri pregressi e il restauro in corso.
grafici C. Michielan
Intervento di restauro
L’esigenza dell’attuale restauro è maturata e ha preso forma nel corso degli ultimi anni a seguito del precario stato di conservazione e delle forme di degrado rilevate sulla Dormitio Virginis già nel 2008, quando furono eseguiti un primo intervento conservativo per stabilizzare la vistosa aggressione da parte di insetti xilofagi, consolidamenti localizzati della preparazione e della pellicola pittorica, che si presentava con una spessa e uniforme ridipintura scura.
In tale occasione furono eseguite alcune indagini chimico-fisiche con lo scopo di caratterizzare pigmenti e leganti dei diversi strati presenti. I risultati delle indagini diagnostiche furono comparati con tasselli stratigrafici di pulitura eseguiti direttamente sul manufatto.
Per un quadro conoscitivo più esauriente, al fine di redigere un progetto organico di restauro, in tempi recenti sono state eseguite anche indagini radiologiche (RX e TC).
I risultati ottenuti delle indagini scientifiche preliminari e lo studio di fattibilità condotto sull’opera, oltre a definire lo stato di alterazione e degrado del manufatto, hanno evidenziato una complessa e articolata stratificazione della policromia, dovuta essenzialmente ai numerosi precedenti interventi di restauro che si sonno succeduti nel corso dei secoli.
Le operazioni di restauro in corso muovono da questo studio preliminare e si prefiggono lo scopo di ristabilire il corretto equilibrio conservativo ed estetico della Dormitio Virginis, partendo proprio da un’attenta pulitura, rigorosamente selettiva, dei vari strati sovrapposti allo lo scopo di rimuovere le sostanze alterate che sono deturpanti e causa di ulteriore degrado.
Per la rimozione di ogni singolo strato (considerate le peculiarità delle diverse sovrapposizioni) vengono impiegati di volta in volta specifici solventi (singoli o in miscela) selezionati a seguito di test di solubilità e addensati in gel trasparenti; questo accorgimento impedisce la migrazione incontrollata dei soventi all’interno del sistema e consente di agire solo sullo strato da rimuovere. I tempi di contatto vengono stabiliti di volta in volta a seconda dello spessore della sostanza su cui si agisce.
Attualmente la pulitura è in fase avanzata e i risultati fin qui ottenuti sono in linea con quelli attesi: ma è un work in progress che siamo sicuri riserverà molte sorprese!
D. Ruma
Documentazione fotografica
Un momento imprescindibile delle operazioni conservative è costituito dalla realizzazione della documentazione fotografica: nel caso della Dormitio è eseguita in digitale per attestare tutte le azioni tecniche effettuate sulla scultura. L’elevato grado di definizione delle immagini permette approfondimenti materici e critici; di fatto costituisce la vera “memoria” del restauro.
Ultima modifica: 6 Novembre 2020