La caserma napoleonica Gamerra, inserita all’interno dell’ex caserma Montezemolo di Palmanova, verrà riutilizzata per ospitare reperti archeologici e opere d’arte.
Affidato alla Soprintendenza per i beni culturali del Friuli Venezia Giulia uno degli edifici di valenza storica, inserito all’interno del complesso dell’ex caserma Montezemolo.
A firmare l’accordo la Soprintendente SABAP del Friuli Venezia Giulia dott.ssa Simonetta Bonomi e il direttore regionale dell’Agenzia del Demanio Fabio Pisa.
La consegna della Gamerra in uso governativo consentirà di allestire al suo interno spazi dedicati al patrimonio storico-artistico del territorio e dell’Italia in generale.
“L’idea – ha affermato Simonetta Bonomi – è quella di farne un deposito di reperti archeologici e opere d’arte della nostra regione. Dobbiamo però recuperare l’edificio: prima un utilizzo d’emergenza, poi ce ne prenderemo cura per farlo tornare al suo antico splendore”.
“Rilanciamo oggi i lavori del PUVaT, un progetto che individua alcuni scenari di possibile valorizzazione unitaria degli immobili pubblici non più utilizzati, per poi verificare quelli più in linea con le esigenze del territorio”, ha sottolineato Fabio Pisa.
“Un passaggio importante – ha aggiunto il sindaco di Palmanova, Francesco Martines – per valorizzare una delle tre caserme napoleoniche presenti a Palmanova. La Gamerra è una delle più belle e meglio conservate, con i due torrioni laterali ancora integri. Una struttura che vedere ora un progetto concreto di riqualificazione. Continueremo l’opera di recupero dei tanti beni non più utilizzati presenti in città. Un impegno che deve coinvolgere tanti soggetti, pubblici e privati, che, assieme, possono lavorare per ripensare questo grande patrimonio”.
L’Agenzia del Demanio, impegnata in questo percorso condiviso per contribuire a definire strategie e progetti che possano favorire un riuso sostenibile del patrimonio immobiliare pubblico presente sul territorio, ha sostenuto il PUVaT, una consultazione pubblica che ha coinvolto cittadini, istituzioni e professionisti volta a definire possibili scenari di riutilizzo di beni pubblici non più utilizzati.
La stessa Agenzia ha seguito e finanziato poi anche uno studio di sostenibilità tecnico-economica e giuridico-amministrativa proprio sui contenitori più imponenti e pregiati al centro di questo percorso di recupero, da cui sono emersi due principali filoni di valorizzazione: uno più orientato alla declinazione culturale e artistica e l’altro focalizzato su quella più scientifica e tecnologica con spazi dedicati a laboratori di ricerca e sperimentazione e innovazione tecnologica.
Ultima modifica: 28 Giugno 2021