La Legenda Aurea di Jacopo da Varagine (sec. XIII) racconta che Cristoforo era un giovane di proporzioni gigantesche che voleva mettersi al servizio del signore più potente. Per questo offrì il suo lavoro a un re, a un imperatore, poi al diavolo, il quale gli rivelò che Cristo era il più forte di tutti: questo fece nascere in Cristoforo il desiderio della conversione. Per diventare pio e prepararsi al battesimo, decise di abitare nelle vicinanze di un fiume, e di mettersi al servizio dei viaggiatori che dovevano passare da una riva all’altra. Una notte un fanciullo gli chiese di traghettarlo: Cristoforo lo caricò sulle spalle, ma più camminava nell’acqua, più il peso del fanciullo aumentava e con enorme fatica, aiutandosi con il suo lungo e resistente bastone, riuscì ad arrivare sull’altra riva. Allora il bambino gli rivelo la sua identità e che portava sulle sue spalle il peso del mondo. San Cristoforo (in greco “colui che porta Cristo”) è uno dei quattordici santi ausiliatori invocati specialmente durante le gravi calamità naturali o per la protezione da disgrazie o pericoli specifici. In antichità il Santo era particolarmente invocato durante le epidemie. San Cristoforo è il protettore di chi si mette in viaggio e, quindi, dei trasportatori: barcaioli, pellegrini, pendolari, viandanti, viaggiatori, facchini, ferrovieri, autieri. Nelle contemporaneità è invocato come protettore degli automobilisti. Nella Pala della Misericordia del duomo di Pordenone, prima opera pubblica di Giovanni Antonio de’ Sacchis, San Cristoforo è raffigurato accanto alla Vergine che accoglie sotto il suo manto protettore il committente Giovanni Francesco Cargnelutto da Tiezzo e la sua famiglia.
Ultima modifica: 3 Novembre 2020