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Pillole di conservazione

#42 – Il nero di seppia

Tra i pochi colori di origine animale si annovera anche il seppia che è il colorante emesso da una ghiandola di molluschi cefalopodi per creare nell’acqua una massa scura che confonda i predatori e permetta agli animali di allontanarsi dal pericolo. Il seppia è principalmente composto di melanina e muco e ha colorazioni diverse che virano dal bruno al blu e nero se estratto da seppie, calamari o polpi. In antico il colore seppia veniva adoperato come inchiostro per disegni e calligrafia ma alla fine del XVIII secolo un pittore tedesco riuscì a concentrarlo tanto da poterlo adoperare nell’acquerello e nella pittura a olio. Tuttora vengono commercializzati pigmenti con questo nome ma la loro formulazione è sintetica. Il nero di seppia è oggi adoperato solamente in cucina sia per l’effetto colorante che per il sapore ma recenti studi sulla sua attività antinfiammatoria e antibatterica e la tossicità nei confronti di cellule tumorali schiudono la strada a nuovi impieghi.

Ultima modifica: 7 Ottobre 2020