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Restauri recenti e restauri in corso

Incoronazione della Vergine con i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista di Girolamo di Bernardino da Udine

Comune: Udine

Collocazione: Galleria d’Arte Antica – Civici Musei di Udine Castello di Udine

Proprietà: comunale

Oggetto: dipinto a olio su tavola

Soggetto: Incoronazione della Vergine con i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista

Cronologia15051506

Autore o ambito culturale: Girolamo di Bernardino da Udine

Misure: 174 x 178 x 2/3 cm

Finanziamento: restaurato presso il laboratorio di Udine della SABAP

Notizie storico-critiche

La tavola di Girolamo da Udine, dipinta intorno al 1505, è l’unica opera certa dell’artista a noi pervenuta. Il pittore, in passato confuso con omonimi artisti a lui coevi, è scarsamente documentato dal 1506 al 1512 e le sue opere perdute. Rara è l’iconografia di questo dipinto ispirata verosimilmente da un colto religioso del convento della chiesa udinese di San Francesco: il tema della Glorificazione di Maria con la sua Incoronazione è intimamente legato a quello della Concezione virginale di Gesù. Entro una classica architettura aperta su un sereno paesaggio alpestre il Padre Eterno, seduto in trono con scettro e avvolto in manto purpureo, pone la corona sulla testa della Vergine, inginocchiata e coperta da un manto regale.  Sul capo della Madonna è dipinta l’immagine di Gesù Bambino in un alone luminoso, sormontata, in origine, dalla colomba dello Spirito Santo avvolta di luce. Quest’ultimo dettaglio, non più esistente, è attestato dalle fotografie del 1955 antecedenti il restauro condotto presso l’Istituto Centrale di Roma e dai disegni di Giovan Battista Cavalcaselle(1876). L’artista ha illustrato il cuore del messaggio cristiano, dall’Incarnazione di Cristo alla Glorificazione celeste della Vergine, con l’azione delle Tre Persone della Santissima Trinità. La complessità del messaggio teologico affidato al dipinto è ribadita, col richiamo alla centralità del Cristo nell’opera di Redenzione, dalla presenza dei due San Giovanni, il Battista e l’Evangelista, ai lati del gruppo principale, ai piedi del quale è dipinto un Angelo che suona il liuto.

Per quanto riguarda l’aspetto stilistico Girolamo si mostra in sintonia con gli sviluppi della pittura veneta tra l’ultimo decennio del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, con le opere di Giovanni Bellini (1433 ca-1516) e di Cima da Conegliano (1459-1517). In particolare l’evidente affinità con la pittura di Cima ha spinto alcuni studiosi ad ipotizzare un suo apprendistato presso il pittore di Conegliano. A Cima rimanda la nitida costruzione spaziale, la raffinata gamma cromatica e il respiro della natura entro la quale sono immerse le nobili figure del Padre Eterno, della Vergine e dei santi. Parziali somiglianze con il dipinto udinese si colgono nellIncoronazione della Vergine di Cima della chiesa dei Santi Giovanni e Paolo di Veneziadatata 1505-1506, di minor complessità iconografica.

P. Casadio

Intervento di restauro

Il dipinto, progettato per la chiesa di San Francesco di Udine e rimosso nel 1819 dopo la demanializzazione, è stato sottoposto dal 1829 a oggi a ben otto interventi  di restauro. I continui movimenti del legno e l’impossibilità di preparazione e pellicola pittorica, strati rigidi, di assecondarli ha fatto si che molta parte della raffigurazione sia andata perduta. L’analisi chimica eseguita su prelievi di piccoli campioni ha confermato il sospetto che la preparazione a gesso e colla sia troppo magra e poco aderente al supporto ligneo. Quest’ultimo, formato da quattro assi di pioppo assemblate orizzontalmente, è molto sottile e si flette per il suo stesso peso. Per contrastare e stabilizzare i movimenti in un passato intervento era stata eseguita una traversatura lignea poi sostituita nel corso di un restauro presso l’Istituto Centrale del Restauro di Roma da un sistema metallico a molle. Nel 2009 l’opera era ricoverata in deposito in posizione orizzontale e tutta la pellicola pittorica era sollevata in scaglie e frammenti dislocati anche fuori posto. Per fermare i sollevamenti durante il trasporto del dipinto nel laboratorio della Soprintendenza si è utilizzato come protettivo temporaneo il ciclododecano che ha la proprietà di sublimare senza lasciare residui. Smontata in parte la struttura metallica presente sul verso si è appoggiata la tavola su due traverse lignee convesse che ne imitavano l’arcuatura originale e si è mantenuta in ambiente confinato a umidità controllata per favorire il recupero delle dimensioni. Dopo il tempo necessario alla sublimazione del ciclododecano e all’umidificazione del supporto si è intervenuti gradualmente con iniezioni di resina termoplastica a riposizionare e fissare le scaglie di colore. Si è potuto così girare il dipinto e lavorare sul supporto liberandolo da tutte le superfetazioni e ripristinando le due traversature originali. La pulitura della pellicola pittorica con una soluzione tensioattiva ha permesso di rimuovere i depositi superficiali senza intaccare le reintegrazioni e le vernici dovute agli ultimi restauri che sono stati mantenuti. Le lacune sono state stuccate con gesso di Bologna e colla di coniglio e poi reintegrate con colori a vernice per restauro. Il dipinto è stato collocato nel percorso museale della Galleria di Arte Antica nel Castello di Udine dentro una teca con sistema di climatizzazione passivo a base di gel di silice perché la condizione di stabilità ambientale è un fattore determinante per la conservazione di questo fragile dipinto. 

N. Buttazzoni  – R. Piccini

Udine, Galleria d’arte Antica – Civici Musei, Incoronazione della Vergine, Girolamo di Bernardino da Udine, 1505-1506, retro dopo il restauro

Intervento di risanamento ligneo

L’intervento di risanamento sul retro del dipinto è stato oggetto di particolare studio considerato che le varie soluzioni di vincolo succedutesi non hanno mai risolto il problema della scarsa tenuta della pellicola pittorica e nemmeno stabilizzato i movimenti del legno. È difficile che questa proposta nuova, ma al tempo stesso datata in quanto analoga alla traversatura originale, possa essere risolutiva; tuttavia si ritiene che avere oggi, per la prima volta nella sua storia, liberato il tavolato da ogni vincolo di planarità, concedendogli di esprimere il proprio naturale imbarcamento, possa essere di aiuto nel ridurre gran parte delle tensioni derivanti dalla interazione con gli elementi di sostegno.

R. Bergamaschi

Udine, Galleria d’arte Antica – Civici Musei, Incoronazione della Vergine, Girolamo di Bernardino da Udine, 1505-1506, retro, 1975, dopo il restauro dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma

Ultima modifica: 6 Novembre 2020